L’UVA, IL VINO… UNA STORIA SOAVE! (esperienze vissute dai bambini delle classi quinte A-B-C della scuola primaria “Diego Valeri” di Monteforte)
Da questo si capisce che è cominciato il tempo della vendemmia. Infatti nella nostra zona si vendemmia molto perché c’è il terreno di origine vulcanica con il suolo fertile adatto alla coltivazione della vite. Monteforte, il mio paese, si trova vicino a Soave ed entrambi sono situati in una zona storica per la coltivazione dell’uva garganega, anche perché il clima è mite e il territorio collinare. Per imparare un po’ di più su questo argomento, giovedì scorso sono venuti a scuola l’enologo Aldo Lorenzoni, papà di un nostro compagno e il sig. Paolo Menapace, esperto di vini, che ci hanno spiegato la lavorazione dell’uva e ci hanno riferito anche i vari tipi di viti che si coltivano: garganega e trebbiano (che servono per produrre il soave), ma anche valpolicella, durella e rondinella. Ci hanno riferito inoltre i nomi dei vini che si producono: soave classico doc, soave classico docg, ma il più pregiato e dolce è il recioto che si ricava dall’uva messa ad essiccare per qualche mese. Già dai popoli dell’antichità, come etruschi, greci e romani, il vino era molto apprezzato. Ci hanno raccontato molte altre cose interessanti su questo argomento e ci hanno anche portato tipi diversi di uva che noi ci siamo divertiti ad assaggiare. Per conoscere ancora meglio il procedimento di lavorazione dell’uva e del vino, qualche giorno dopo siamo andati alla cantina Rocca Sveva di Soave. Con la guida abbiamo visitato i luoghi dove si svolgono le fasi di lavorazione dell’uva partendo dalla zona del conferimento, dove i grappoli vengono versati nella tramoggia. In seguito l’uva passa nelle macchine per la pigiatura e lì con delicatezza gli acini vengono spremuti per far uscire il succo. Il mosto poi si conserva in grandi cisterne metalliche a fermentare (gli zuccheri si trasformano in alcool) ed in seguito diventa vino. Questo, per l’affinamento (il periodo in cui acquista sapori particolari), rimane in grandi botti di legno che possono contenere fino a 16.000 litri o nei barriques che sono botti più piccole. Siamo stati colpiti nel vedere la forma delle botti che, nella parte intorno, erano di assi ricurve, mentre la parte davanti aveva una rientranza per contenere meglio il vino. Il luogo di conservazione dei barriques è una lunga cantina sotterranea collocata molti metri sotto terra e con una temperatura fresca e costante tutto l’anno. Grazie all’intervento degli esperti a scuola e alla visita della cantina vinicola, abbiamo potuto conoscere l’uva e il vino, elementi importanti per l’economia del nostro paese e per la vita di tante persone. Stella Santi V B Monteforte |