4 VITA A SCUOLA



Martedì 17 ottobre tutte le classi prime hanno partecipato all’incontro sulla vendita dei prodotti equo-solidali. Questi prodotti sono stati presentati da un signore di nome Roberto e da un suo amico del Burkina Faso, uno stato dell’Africa centro-occidentale.

Questo signore africano parlava francese, ma grazie alla prof.ssa Bogoni che si è offerta di tradurre, si è capito molto bene quel che voleva spiegare.

La maggior parte dei nostri compagni afferma che l’organizzazione equo e solidale sia un’iniziativa molto bella, perché oltre a fornire prodotti di ottima qualità, paga anche giustamente le persone dell’Africa, più povere e sfortunate di noi….

“Equo e solidale”, infatti, alla lettera significa cosa giusta ed equa, cioè il giusto per tutti.

I prodotti venduti nei negozi equo-solidali arrivano dall’Africa e da altre parti del mondo e i soldi ricavati dalla vendita, a volte, servono per sfamare un villaggio intero.

Questi prodotti sono soggetti ad un viaggio molto lungo, di solito arrivano a noi per via mare o via aerea.

L’idea di fare conoscere questa associazione è nata tre anni fa quando l’assessore alla cultura lo ha proposto alla scuola.

Per le persone che non avevano mai sentito parlare di “commercio equo e solidale” è stata un’esperienza piena di stupore, poiché mai nessuno avrebbe immaginato che quei prodotti arrivassero da così lontano.

Ma per saperne ancora di più, abbiamo fatto alcune domande molto interessanti a Gabriella Fattori, una persona che fa parte di questa organizzazione come volontaria da ben cinque anni, se non di più.

A queste domande lei ha dichiarato che è contenta di lavorare per il “commercio equo” e approva che i prodotti, sebbene costino di più di quelli che possiamo trovare al supermercato, sono di ottima qualità; Gabriella approfitta di questa occasione per porgere un invito a tutte le persone che vorrebbero far parte, come volontari, di questa associazione.

Le nostre sensazioni sono state senza dubbio favorevoli. La nostra opinione è che se in tutti i negozi fossero venduti questi prodotti, ci sarebbe molta più pubblicità e in questo modo la gente capirebbe che, acquistandoli, si compie un gesto buono verso chi è in difficoltà.


Jamila Cordioli, Miriam Nardi, Nisrene Choukrani, Luca Menini, Alberto Ergazzori, Davide Bettega classe I D